Novax ed il principio della libera scelta.
Ieri mattino stavo leggendo, sul sito dell'ANSA, questo articolo a proposito della scoperta di un cluster, dovuto alla scelta di un novax di non vaccinarsi contro il COVID-19, e la cosa mi ha, da una parte colpito abbastanza, ma mi ha fatto esprimere anche un: «ecco: e lo sapevo che succedeva!» dall’altra.
Aspettavo si presentasse una situazione simile, sin da quando fu data la notizia del primo vaccino disponibile. I novax, come i terrapiattisti, i cacciatori di rettiliani e tante altre stranezze umane, sono sempre esistite come persone.
Quello che forse non si era ancora presentato,
come problema da affrontare, adesso si presenta in tutta la sua insidiosità: come gestire il personale medico, e paramedico, che si definisce novax, e che di conseguenza decide di opporsi alla vaccinazione?
Per quanto riguarda il singolo soggetto, chiaramente sono dell’idea che è una scelta della persona, e né io, né voi, né lo stato dovremmo avere voce in capitolo: una persona deve sentirsi libera di scegliere, se vaccinarsi o meno, a seconda delle proprie convinzioni, e non perché gli viene imposto.
Quanto sopra, però, vale entro un confine ben preciso, a mio avviso: il confine viene determinato, come soleva ripetere un amico giornalista a mio padre molte decadi fa, da chi ci sta intorno. Per la precisione diceva: «la propria libertà termina laddove inizia quella degli altri.»
È vero: non stiamo parlando di libertà di parola,
o di libertà di movimento o altre cose simili, la libertà a cui mi riferisco è quella della altrui salute. Sarebbe molto semplice gestire la cosa in teoria: non ti vaccini? D’accordo allora te ne resti a casa sino a fine pandemia, chiaramente non stipendiato. In fin dei conti è vero che è una tua libertà non essere vaccinato, ma è un diritto del tuo datore di lavoro non pagarti se sei a casa e non stai lavorando. E qui i novax insorgono perché dicono che essere posti in una specie di stato di sospensione con il lavoro, quindi non stipendiati, è una conseguenza della loro scelta e quindi una pressione indiretta sulla scelta stessa.
Questo può considerassi vero entro certi limiti: il novax, però deve considerare altresì che la sua scelta di non vaccinarsi, può avere come contro, il contagio di altre persone, che non hanno potuto vaccinarsi al momento oppure l’avrebbero già fatto.
In un mondo ideale,
non vaccinarsi non avrebbe alcuna conseguenza, se non per chi non si vaccina, ma nel mondo reale ne ha eccome; e l’articolo dell’ANSA, in merito al cluster avviato da persone che hanno rifiutato il vaccino, la dice lunga in merito. Come riporta la testata, inoltre, questo non è il primo caso, ed io per primo mi domando quanti altri cluster sono nati per via, non uso la parola colpa per non essere inquadrato tra quelli che parlano per partito preso, di personale che lavora pur avendo rifiutato il vaccino, finendo per infettarsi, e questo sarebbe il minimo in quanto frutto di una loro libera scelta, ed infettare altre persone a rischio con le quali sono in contatto; e questa è una loro responsabilità!
Quindi che si può fare per risolvere il problema delle persone che rifiutano il vaccino?
Chiarisco che il mio è un puro studio di fattibilità:
non colpevolizzo chi non si vuole vaccinare, piuttosto potrei colpevolizzare chi doveva, ed ancora non ha provveduto, creare una situazione normativa chiara per gestire questo segmento di popolazione, che per quanto piccolo, comunque esiste e va gestito, in un modo o un altro.
Quali possibili soluzioni esistono per evitare che, chi rifiuta di vaccinarsi, possa recare danno, leggi infetti, altre persone? Specialmente nel caso in cui sia personale medico o paramedico?
Nel caso specifico, dell’articolo dell’ANSA, è un soggetto che lavora in una struttura sanitaria, e prima che, il novax in questione, si sia reso conto di essere infettivo, probabilmente è un asintomatico, è riuscito ad infettare ben nove pazienti dell’ospedale. Ed attenzione che nove sono le persone che hanno avuto dei sintomi evidenti, tali da richiedere un tampone, per verificarne lo stato di positività.
Viene da domandarsi quanti altri pazienti saranno stati infettati,
e che gli stessi infettati non siano asintomatici anch’essi: l’ospedale sarà costretto, a questo punto, a fare uno screening di massa, dei pazienti e dei colleghi che hanno avuto a che fare con questo operatore sanitario, per verificarne lo stato di salute ed escludere la possibilità che siano stati infettati anche loro, diventando anch’essi in grado di allargare, in modo inconsapevole, il cluster in questione.
Sicuramente la direzione dell’ospedale sapeva che questo soggetto aveva rifiutato la vaccinazione, verrebbe da domandarsi, allora, come mai non abbia preso qualche genere di provvedimento cautelativo, che so levandolo dalla corsia, per metterlo a lavorare in qualche posto, dove non avesse a che fare con i pazienti, che già di loro hanno i loro problemi, e di sicuro non serviva loro anche il COVID-19!
Vediamo quindi che tipo di soluzione sarebbe applicabile verso queste persone:
Spostarle in altri punti del nosocomio, dando loro un lavoro, seppur temporaneo, che non preveda il contatto diretto con pazienti e loro famigliari. Sicuramente questo abbasserebbe il rischio della creazione di nuovi cluster all’interno della struttura ospedaliera, ed eviterebbe la caccia alle streghe, nel caso un cluster comunque nascesse, laddove il novax avesse lavorato;
Sospenderlo dal proprio lavoro, sospendendo in contemporanea, il pagamento dello stipendio. Salvo lo stato non intervenga con normativa che abbia come scopo, comunque, il salvaguardare lo stipendio, al momento sarebbe antipatica come soluzione, ma eviterebbe rischi d'infezioni, e nascita di cluster, laddove si cerca di curare, e non infettare nuovi soggetti, con il COVID-19;
Variare il contratto inserendo l’obbligo di vaccinazione, qualcosa del tipo: «Se vuoi lavorare qui, queste sono le condizioni: ti vaccini e resti, non accetti questa variazione del contratto e te ne vai, sapendo che la perdita del lavoro e solo conseguenza di una tua scelta personale»; chiamiamola una forma di protezione per tutti i presenti nella struttura ospedaliera, che sono lì per guarire, e non per essere infettati, non a causa di un errore o una negligenza, ma per una libera, e sentita, scelta personale. Per inciso: mi pare esistano già contratti di lavoro che prevedano l’aver fatto determinante pratiche mediche, come esami o vaccini. Il primo che mi viene in mente è il lavoro di chi sta dietro i fornelli, in un bar o un ristorante. Almeno una volta era così.
Sinceramente non vedo molte altre possibilità:
quella di mettere in sospensione, dal lavoro, con una forma ridotta di remunerazione, la trovo una cosa sbagliata. Come trovo, in alcuni casi, sbagliato spostare il novax in altra attività nella stessa struttura. Se una persona è stata assunta per un lavoro specializzato, che so fare l’anestesista, metterlo fare il passa carte, lo trovo uno spreco di risorse: primo l’ospedale perde una figura importante, un anestesista in questo caso, secondo viene pagato per un lavoro che non fa: sicuramente un anestesista prenderà uno stipendio più alto di un semplice addetto agli uffici.
Inoltre: che hanno fatto di male, gli altri presenti nell’eventuale ufficio di destinazione, per meritarsi di avere a fianco un nuovo collega, non protetto dal vaccino, e che quindi innalza il potenziale rischio di infettare gli altri impiegati nell’ufficio, se non fossero ancora stati vaccinati?
Né possiamo pensare di creare un’area novax in cui raggruppare tutti coloro che non vogliono vaccinarsi e creare per loro un apposto ufficio, giusto per fargli guadagnare uno stipendio.
È pur vero che, nella prima fase della pandemia,
l’allora Presidente del consiglio, disse che mai sarebbe stato imposta la vaccinazione per legge a chicchessia. Questo non comporta, di conseguenza, che si possano lasciare queste mine vaganti girare per gli ospedali, o liberi di pretendere uno stipendio per un lavoro che non stanno facendo.
Lo so, il dubbio viene presto a galla: «Obbligare o non obbligare, chi fa certi mestieri, a vaccinarsi?» Sono d’accordo con chi dice niente obbligo, ma di contro sono a favore di chi dice: «Non vuoi vaccinarti? Liberissimo, ma con questo, non sei più utile a questa struttura, e non è un mio compito cercarti un altro posto di lavoro: arrivederci e buona vita!»
Insomma, è un bel grattacapo, ma, che a mio avviso, qualcuno deve affrontare e pure in fretta! E confesso che se sentissi qualche sindacalista alzare gli scudi per aver licenziato un infermiere, o un medico, che abbia rifiutato la vaccinazione, visto il loro specifico lavoro, mi altererei un attimo, anzi no, mi arrabbierei, e parecchio anche!
Non si può fare, della difesa di un lavoratore, un animale cieco e insensibile a certe conseguenze! Di tutti quelli che gridano alla scandalo, per la possibilità di licenziare un operatore sanitario, che abbia rifiutato la vaccinazione, vorrei vedere quanti di loro, manterrebbero la propria posizione di difesa del lavoratore, se quella stessa persona avesse infettato, e magari portato alla morte nel peggiore dei casi, un loro caro!!
Concludendo:
va da sé che chi rifiuta la vaccinazione, avrà certamente le proprie convinzioni, e motivazioni, per maturare questa scelta, ma se da una parte va compresa, ed accettata, la loro scelta, il novax deve rendersi conto, che come sempre nella vita, le decisioni hanno delle conseguenze, sino all’extrema ratio della perdita del proprio posto di lavoro. E questo vale per tutti, non solo per il personale medico, e paramedico, oggetto di questo articolo!
Provate a pensare ad un carabiniere che rifiutasse di seguire la legge, un vigile del fuoco che rifiutasse di usare l’acqua, un insegnate che decida di insegnare solo quello che gli piace, e gli esempi potrebbero essere infiniti! Ecco, allora non facciamo dei novax una specie a sè stante: sono persone come tutte le altre, con le proprie convinzioni, e che fanno le proprie scelte; ma proprio perché, sono persone come tutte le altre, non posso pensare di evitare le conseguenze delle proprie scelte!
Chiaramente, queste sono considerazioni personali, ma credo di appartenere ad una folta schiera di persone che la vedono, come la vedo io.
Non siete d’accordo? Lasciate un commento e spiegatemi perché…
JC
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